@Massimo Cangelli

Una mostra “a tre voci”

Ed il biscegliese Cangelli presenta fotografie originali

Una mostra "a tre voci" - La Gazzetta del Nord Barese

Rimane aperta fino a domani, dalle 19 alle 22, nello Spazio Aperto all’Arte di Molfetta vecchia, la mostra “Tracce & memoria”, esposizione “a tre voci” degli artisti Massimo Cangelli, Antonio Laurelli e Franco Valente. La mostra, che rientra nella serie di iniziative che costituiscono la manifestazione culturale “Venti contrari”, presenta dipinti, sculture, installazioni e fotografie. È il frutto del lavoro, dell’interazione e della ricerca di tre artisti diversi per età, formazione, cultura. Un incontro gravido di spunti e riflessioni, che ha dato ottimi e interessanti frutti.

Antonio Laurelli, molisano trapiantato a Bari, con personali di rilievo tenute a New York, Atene, Lecce, Bari, Bologna, Verona, Taranto, ha realizzato dipinti e sculture, riutilizzando materiali “poveri” come ferro, sedie e ante di legno. Su tali ante o pezzi di legno ha impresso il suo in-confondibile universo pittorico, straordinario per la maestria del colore, il taglio concettuale, la vena creativa sempre fertile. Le sue forme, prive di esatta definizione, rimangono sospese, a significare una realtà che non è ancora o – al contrario – non è più, limite imperscrutabile tra disfacimento e rinascenza. Sculture come “Il piombo di Federico” riutilizzando elementi come il ferro battuto, si dipanano tra la simbologia delle geometrie, la reminiscenza allusiva della pittura, e quella più esplicita dei pesi in piombo. Franco Valente è stato per

Un’idea originale: Massimo Cangelli ha esposto le fotografie delle opere degli altri artisti che partecipano alla mostra
tanti anni docente di Educazione artistica in quel di Bisceglie, dirige dal 1964 il contro culturale “Il cavalletto” e ha esposto a Atene, Bari, Roma, Bologna, Napoli, Genova, Milano, Lucca, Padova, Venezia. Il suo recupero di manu-fatti, porte, finestre in legno è erede della pratica del readymade e dell’objet trouvé, caricato altresì dal significato della memoria. Una testimonianza, un recupero del lavoro, ma anche del modo d’agire e pensare della società preindustriale e preprogresso, con annesse implicazioni concettuali.

Chiude il terzetto Massimo Cangelli, artista biscegliese che adopera abitualmente fotografie e v ideo, specializzato in Still life, Ritrattistica, Moda e Reportage all’Istituto Italiano di Fotografia di Milano. Per questa occasione ha fotografato “in esterna” le sculture, i dipinti e gli oggetti di questa mostra, creando un discorso meta-artistico e meta-riflessivo, profondo e mai autoreferenziale. Una sorta di ipotesi di costruzione scenica delle installazioni, un cambio di prospettive e orizzonti. La mostra si è rivelata un incontro originale e proficuo, un intelligente modo di ripensare la collocazione del-l’oggetto nello spazio, aldilà di vincoli spaziali e mentali.
Gaetano Centrone – La Gazzetta del Nord Barese | Anno 118°| N° 143